(DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 21 lug. - L'Istituto Europeo di Oncologia ha siglato un accordo di collaborazione con il Centro di Biotecnologie Molecolari (MBC, Molecular Biotechnology Center) dell'Università di Torino per la messa a punto di nuove terapie cellulari, i trattamenti sperimentali innovativi che utilizzano geni, tessuti o cellule per sfruttare le capacità del nostro organismo di combattere la malattia. L'intesa prevede l'utilizzo di laboratori della 'Officina Cellulare', o 'Cell Factory', del Centro di Torino, per la complessa preparazione di cellule da utilizzare in programmi di Terapia Cellulare condotti dallo IEO a Milano. Si tratta di una intesa di collaborazione in un settore emergente, che richiede la condivisione di competenze diverse.
Il primo programma, che è stato di recente siglato, riguarda la preparazione e sperimentazione di un 'vaccino antitumorale' per curare forme di linfomi iniziali. Si impiegano cellule immunitarie del paziente, adeguatamente predisposte e attivate, nell'Officina Cellulare di Torino, che verranno poi re-iniettate nei pazienti seguiti presso lo IEO a Milano. Sarà questa una prima esperienza, già in fase di valutazione dell'Istituto Superiore di Sanità , propedeutica per sviluppare, in seguito, terapie cellulari di tipo CAR-T per neoplasie ad alto rischio, sia ematologiche che solide.
"Le terapie cellulari rappresentano una frontiera promettente in oncologia e un ambito prioritario per IEO. Richiedono tuttavia non solo capacità di ricerca, ma anche strutture dedicate con personale altamente specializzato, da sottoporre a rigorosi processi di verifica da parte degli enti nazionali- spiega il Prof. Roberto Orecchia, direttore Scientifico IEO- Per questo abbiamo pensato di metterci in rete con laboratori già esistenti e con una solida esperienza. MBC è risultato il partner ideale perché dispone di una Cell Factory tecnologicamente all' avanguardia, che nel 2017 ha ricevuto l'autorizzazione dell'AIFA e che è circondata da un contesto di ricerca ai massimi standard internazionali. Tutto è pronto per dare il via alla sperimentazione clinica del vaccino contro il linfoma follicolare. Entro fine anno tratteremo i primi pazienti".
"L'accordo con IEO è un'opportunità per sviluppare la ricerca clinica accademica, con dei programmi autonomi- dichiara la Prof. Fiorella Altruda, Direttore di MBC- Riteniamo sia opportuno creare dei percorsi indipendenti di ricerca e di produzione, su piccola scala, di cellule preparate per l'uso terapeutico nei pazienti. L'accordo IEO-MBC è un ottimo esempio perché unisce la conoscenza e competenza clinica di un IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) con il know-how e le strutture di un centro accademico di ricerca biotecnologica".
"I vaccini terapeutici sono un tema di ricerca centrale in oncologia- commenta il Prof. Corrado Tarella, Direttore del Programma Ematologia IEO- Negli USA sono stati effettuati numerosi studi clinici sia nei linfomi che in tumori solidi. Il principio d'azione è simile a quello delle vaccinazioni per malattie infettive, come quella anti-covid: lo scopo è di indurre il sistema immunitario ad attivarsi contro un'infezione. Nel nostro caso l'infezione è il tumore. Si sa da tempo che il problema dell'inerzia del nostro sistema immunitario contro il cancro è dovuto al fatto che, per vari motivi, le cellule cancerose non vengono più riconosciute come estranee e dunque pericolose. Per questo si è pensato di renderle più visibili dal sistema immunitario. In IEO preleviamo le cellule del tumore del paziente insieme a speciali cellule immunitarie, le cellule dendritiche. Nella Cell factory a Torino i due tipi di cellule vengono 'cimentati' l'uno all' altro e le cellule dendritiche attivate vengono purificate, per poi essere re-infuse al paziente in IEO, con una semplice iniezione sottocute e successivi 3 richiami. Le cellule dendritiche una volta in circolazione mandano un segnale di attivazione ai linfociti T e B che vengono così attivati e stimolati a distruggere le cellule tumorali".
I vantaggi per il paziente sono significativi, si sfruttano al massimo le sue difese immunitarie per bloccare la crescita tumorale, con un approccio che non comporta particolari tossicità . Si inizierà con il linfoma follicolare, ma già si pensa di estendere la sperimentazione del vaccino ad altre forme di emopatie ad andamento clinico non aggressivo e, in futuro, a selezionati tumori non-ematologici.
(Red/ Dire)