
Roma, 16 mar. - Garantire, anche in Italia, il diritto all'assistenza pediatrica fino a 18 anni, così come avviene in altri Paesi europei. E' questa una delle questioni dibattute nel corso degli Stati generali della Pediatria convocati, qualche giorno fa, dalla Società italiana di pediatria al ministero della Salute. Oggi il diritto alle cure pediatriche termina a 14 anni ma è estendibile fino a 16 anni nel caso in cui il bambino sia affetto da malattie croniche "o nel caso in cui la famiglia decida di chiedere una proroga", spiega Valentina Grimaldi, pediatra di famiglia-psicoterapeuta e consigliera Omceo Roma.
"Nel mio studio, per esempio- racconta Grimaldi- circa il 70% degli assistiti chiede la proroga dell'assistenza a 16 anni.
Dunque penso che ampliare la competenza assistenziale dei pediatri di famiglia fino al compimento del diciottesimo anno d'età sia un tema che apre a un'importante riflessione soprattutto perché riguarda un periodo particolare della vita, quello dell'adolescenza, un momento di cambiamento e transizione verso l'età adulta".
Un tema importante soprattutto in questo momento storico. "Ci siamo resi conto che sono stati proprio gli adolescenti a vivere le difficoltà maggiori dovute al periodo del Covid- continua Grimaldi- per questo è importante che nel passaggio dall'infanzia all'adolescenza ci sia un'attenzione particolare non solo alle problematiche di salute ma anche a quelle relative alla sfera psicologica e sociale. In questo contesto potrebbe essere utile ampliare la competenza assistenziale dei pediatri che potrebbero dunque accompagnare i propri assistiti nel loro percorso di crescita e sviluppo forti anche del bagaglio di conoscenze personali acquisite nel corso degli anni e del rapporto instaurato col paziente e con la sua famiglia. Spesso- continua Grimaldi- gli adolescenti manifestano problematiche che hanno radici nell'infanzia e si trovano ad affrontare difficoltà che tutto sommato fanno parte di una sfera di problematicità tipiche dell'età evolutiva-adolescenziale, più che di quella adulta. Può essere importante dunque avere a fianco un medico che li abbia conosciuti fin da piccoli e magari possa leggere e intercettare situazioni che si sono sviluppate in adolescenza ma che hanno una radice lontana".
(Mab/ Dire)