
Roma, 29 set. - Con la pandemia gestita ma non ancora superata e le restrizioni per il Covid allentate, il prossimo inverno, con l'ondata di virus influenzali in arrivo, rischia di trasformarsi in una 'tempesta perfetta' se non si lavora per una campagna vaccinale che copra il maggior numero possibile di popolazione, in particolare i pazienti fragili. È questo uno dei messaggi lanciati nel corso dell'incontro 'La vaccinazione: strumento di tutela per i pazienti fragili', che si è svolto a Roma presso la sede della Regione Lazio. L'evento rientra nel ciclo di incontri dal titolo 'Sanità modello Lazio'.
Presente, tra gli altri, l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato, che ha fatto sapere che la campagna vaccinale nel Lazio partirà "la prima settimana di ottobre ed è molto importante che le persone aderiscano. Abbiamo messo a disposizione medici di base, pediatri e farmacie, che saranno l'ossatura di questa campagna con vaccini aggiornati.
L'obiettivo- ha detto- è agevolare in ogni modo la più ampia partecipazione della popolazione adulta over 65, pediatrica e fragile. Oltre al vaccino antinfluenzale ci sono i vaccini per l'Herpes Zoster, molto importanti per la popolazione over 65, ma anche la vaccinazione pneumococcica". Per l'assessore D'Amato, inoltre, durante la pandemia il modello Lazio ha funzionato perché "ha avuto il merito di unire le forze e i soggetti interessati a costruire una rete in grado di fare sistema per il bene della salute pubblica".
Per raggiungere ottimi risultati, intanto - il traguardo sarebbe il 75% di copertura - una campagna vaccinale deve "puntare sulla comunicazione e sulla diffusione di una cultura vaccinale- ha ricordato Roberto Ieraci, responsabile scientifico della Campagna di Vaccinazione della Regione Lazio- che in questi anni ha compiuto passi da gigante. Nel Lazio è stato compiuto uno sforzo importante sulla prevenzione vaccinale, che resta un obiettivo specifico a cui deve mirare la sanità pubblica.
Prevenire significa migliorare la qualità della vita delle persone e questo può avvenire anche attraverso la digitalizzazione della sanità, con un sistema di promemoria regionali integrato anche a livello di medici di famiglia, oltre all'utilizzo dei social. L'aiuto dei medici di base- ha ricordato Ieraci- è strategico ed essenziale. Nella campagna Covid 2021 su 1,6 milioni di dosi inoculate, ben 1,3 milioni sono state somministrate dai medici di famiglia".
Medici e pediatri, ma anche le farmacie che durante il Covid hanno rappresentato per i cittadini un presidio sanitario di grande importanza. Come ha sottolineato Eugenio Leopardi, presidente di Federfarma Lazio, la vaccinazione in farmacia "è stata richiesta dallo Stato durante la pandemia per dare un supporto all'emergenza. Nel Lazio una farmacia su tre è diventata un luogo di somministrazione per il vaccino Covid e riteniamo di poter dare un supporto importante in un anno come questo dove si rischia la disattenzione verso la quarta dose".
Soprattutto per i pazienti fragili, ha sottolineato Maria Serena Fiore, presidente Eletto Fadoi Lazio, sappiamo "quanto sia importante l'attività di prevenzione con i vaccini rispetto anche ad una semplice influenza che comporta per questi soggetti un rischio di ictus otto volte superiore alle media e una perdita di autonomia pari al 15% nei pazienti anziani. Tutto questo comporta perdita di autonomia, crollo della qualità della vita e un costo elevato a carico del Sistema sanitario Nazionale, se si considera che tra i pazienti sopra i 65 anni il 74% ha almeno una patologia cronica. Da questo punto di vista nel Lazio c'è la possibilità di utilizzare il vaccino quadrivalente ad alto dosaggio per i pazienti fragili e dobbiamo convincere i pazienti a farlo".
(Red)