
Roma, 28 set. - Giornata dedicata all'appuntamento mensile dedicato alle future mamme dell'ospedale Sant'Eugenio di Roma: l'open day Ostetricia per presentare tutte le attività del punto nascita del nosocomio capitolino. "Siamo dotati di una terapia intensiva neonatale e di un reparto di patologia neonatale e abbiamo una rete di ambulatori collegata al percorso nascita del territorio (su cui insiste l'Asl Roma 2), per cui possiamo fornire prestazioni a tutte le pazienti in gravidanza, seguendole nel loro percorso". Entra nel vivo dell'attività lavorativa Fabrizio Signore, primario della struttura complessa di Ostetricia e Ginecologia del Sant'Eugenio.
"Ormai siamo diventati il punto di riferimento per la città di Roma- continua il ginecologo- ma anche per tutto il sud pontino (ospedali di Latina, Fondi e Formia) oltre che per gli ospedali del litorale. Da noi vengono trasferiti casi clinici che necessitano di un certo livello di assistenza e che provengono da tutta la regione, così come da fuori regione, ad esempio dalla Toscana e dalla Campania. Abbiamo aperto, infine, un servizio di Ecocardio fetale dentro gli ambulatori ostetrici con l'ospedale Bambino Gesù di Roma".
Tanti servizi che hanno permesso all'ospedale Sant'Eugenio di andare controtendenza: "Nonostante il calo della natalità a livello nazionale, il reparto di Ostetricia segna un aumento di nascite: nel 2020 ha visto 1.070 parti, l'anno scorso è arrivato a 1.200 parti e quest'anno contiamo di arrivare a 1.400 nuovi nati. Quindi, segniamo un aumento del 10-15% delle nascite.
Questo avviene- rimarca Signore- perché prendiamo in carico la gravidanza dall'inizio alla fine, soprattutto le gestazioni a rischio e/o con patologie importanti".
Nell'Aula Magna Levi Montalcini dell'ospedale oltre 100 pazienti in gravidanza, per incontrare e ascoltare specialisti ginecologi, ostetriche, neonatologi, anestesisti, proctologi e angiologi, ma non solo. "Presentati tutti i servizi e i percorsi dedicati- precisa Signore- illustrato il blocco parto, le sale parto nuove e la possibilità di partorire nelle posizioni più naturali per le gravidanze fisiologiche". Il Sant'Eugenio vuole rientrare nell'obbiettivo di contenere il tasso dei tagli cesarei, "rientrando in una percentuale massima del 25%. Ma questo dipenderà anche dalle problematiche materne o fetali che troveremo, perché in questi casi saremo costretti a ricorrere al taglio cesareo".
Le principali problematiche in gravidanza, oltre "l'età materna avanzata, possono riguardare le patologie nella mamma come il diabete, l'ipertensione, le malattie renali, dismetaboliche, autoimmuni e le cardiopatie. Oltre a queste, ci sono poi le patologie fetali, come i ritardi dell'accrescimento e le gravidanze plurime spesso legate alla Pma", conclude Signore.
(Rac/ Dire)