
Roma, 31 ott. - Quali sono le nuove terapie in ambito dermatologico? Come, e se, può l'intelligenza artificiale intervenire nella prevenzione e nella diagnosi dei melanomi? Quale futuro per la telemedicina? Questi sono solo alcuni dei temi presentati durante il 59° Congresso Nazionale ADOI 'La dermatologia oltre la pelle, un approccio clinico integrato', il più importante appuntamento nazionale dedicato alla dermatologia ospedaliera.
Al Palazzo dei Congressi di Riccione, più di 300 esperti provenienti da tutta Italia si sono incontrati durante quattro giornate ricche di incontri, simposi, discussioni interattive, corsi teorici e pratici organizzati dall'Associazione Dermatologi - Venereologi Ospedalieri Italiani e della Sanità Pubblica, presieduta dal Dott. Francesco Cusano, direttore UOC di Dermatologia presso l'A.O 'San Pio' - P.O 'Gaetano Rummo' di Benevento.
"Il ruolo del dermatologo oggi è sempre più cruciale, perché affianca alla sua missione tradizionale e storica tutte le competenze delle altre discipline mediche e chirurgiche- afferma il presidente dott. Francesco Cusano- non dimentichiamoci che la medicina nasce con e dalla dermatologia, essendo la pelle l'organo più esteso e più facilmente esplorabile del corpo umano. Un esempio di questo è rappresentato dai tumori cutanei, che da soli sono più del 50% di tutti i tumori avendo l'incidenza maggiore, più frequenti del tumore polmonare nei maschi e di quello alla mammella nelle donne. L'innovazione più importante che ha investito la dermatologia negli ultimi 15 anni è data dall'avvento della target-therapy, ovvero farmaci di nuova concezione specificamente diretti contro le singole molecole responsabili dei diversi meccanismi pato-genetici in diverse malattie della cute. Tra queste, in ambito dermato-oncologico sono impiegati con successo nel trattamento dei carcinomi basocellulari e squamocellulari, nei linfomi della pelle, oltre che nella cura del melanoma, migliorando sensibilmente le prospettive di sopravvivenza dei pazienti".
Sul fronte delle malattie infiammatorie croniche della pelle, il cui paradigma è la psoriasi (che colpisce il 2,3-3 % della popolazione italiana), enormi sviluppi sono in itinere sulla dermatite atopica e altre malattie correlate (es. prurigo cronica) nel campo dei nuovi farmaci bio-tecnologici (anticorpi monoclonali) e small molecules la cui via di somministrazione è orale. Farmaci innovativi anche per orticaria cronica, vitiligine e alopecia areata, patologie che hanno un grande impatto sulla vita sociale dei pazienti. Le malattie croniche della pelle, infatti, impattano in maniera determinante e spesso invalidante sulle scelte fondamentali nella vita dell'individuo (percorsi di studio, scelta del lavoro, vita privata, sport e attività ludiche-ricreative). È fondamentale oggi intervenire sul sommerso delle patologie dermatologiche, che ancora oggi vengono relativizzate dai diversi contesti sociali. Moltissime, infatti, sono le persone affette da malattie croniche della cute, che non entrano in un percorso terapeutico, con i relativi impatti negativi sociali ed economici.
Un focus particolare di questa edizione è stato dedicato alle patologie del Covid connesse alla cute e agli sviluppi della telemedicina. La pandemia ha infatti favorito l'utilizzo di piattaforme digitali in collaborazione tra medici e pazienti con un aumento, durante l'emergenza pandemica, di quasi 20 punti percentuali, (dall'11% al 30%). E i numeri sono destinati a crescere. Più di otto italiani su dieci (l'82%) vorrebbero usare strumenti anche in futuro, indipendentemente dalle limitazioni imposte dal Covid-19.
Non è un trend solo italiano. Negli Stati Uniti, alla fine di marzo 2020 si è registrata una crescita del 154% delle visite effettuate con la telemedicina. E in Catalogna, una delle regioni spagnole più avanzate dal punto di vista tecnologico, già a fine marzo 2022 il numero delle prestazioni a distanza aveva superato quello delle prestazioni in presenza. Su questo, il dott. Davide Melandri, direttore del Centro Grandi Ustionati/Dermatologia Cesena e Forlì e Presidente di questa 59° edizione, commenta: "Quella delle piattaforme digitali è stata una sperimentazione obbligata durante la pandemia, che ci ha aperto la strada verso nuove e future modalità assistenziali, che possono, al momento, integrare ed affiancare il dermatologo ma che non riescono ancora a sostituire la visita in presenza".
(Red)