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Embolia polmonare, Gise: "Serve rete italiana per terapie"

Roma, 13 ott. - Circa 1250 casi a settimana, quasi 180 al giorno: ogni anno oltre 65 mila italiani, spesso giovani, sono vittime di un'embolia polmonare. È la terza emergenza cardiovascolare più frequente, dopo l'infarto miocardico e l'ictus, e in un caso su 5 è fatale entro appena 3 mesi dall'evento. La mortalità è diminuita negli ultimi anni grazie agli avanzamenti della terapia, ma nel nostro Paese le tecniche più all'avanguardia non sono disponibili ovunque: accanto alla trombolisi, ovvero l'uso di farmaci specifici per 'sciogliere' il trombo che occlude il vaso polmonare provocando l'embolia, oggi si può rimuovere il coagulo di sangue con la trombectomia percutanea, un intervento mininvasivo che aiuta a risolvere i casi più seri e ad alto rischio ma che soltanto il 2% dei centri di emodinamica italiani è in grado di offrire. Lo denunciano gli esperti durante il 43° Congresso Nazionale della Società Italiana di Cardiologia Interventistica (GISE), a Milano fino al 14 ottobre, sottolineando la necessità di creare una rete di centri e percorsi di cura adeguati a rispondere alle esigenze dei pazienti, per intervenire con la modalità migliore per ciascuno e anche tempestivamente, perché come nel caso dell'infarto del miocardio ogni minuto può fare la differenza. Al congresso sono attesi 2000 partecipanti con 36 tra simposi, sessioni, e 'live cases', 3 sessioni congiunte internazionali.
"La tromboembolia polmonare si verifica quando un coagulo di sangue che si forma nel circolo venoso periferico arriva a occludere un vaso polmonare- spiega Giovanni Esposito, presidente GISE e direttore della UOC di Cardiologia, Emodinamica e UTIC dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli- Le condizioni che facilitano la comparsa di trombi sono i traumi, le fratture, l'immobilizzazione, la gravidanza, il cancro e le persone più colpite sono tipicamente i giovani e le donne. I sintomi includono difficoltà di respiro, dolore toracico, battito cardiaco accelerato e si può arrivare a un'instabilità cardiaca che richiede immediato intervento. I pazienti vanno in Pronto Soccorso e spesso il percorso diagnostico è lento, mentre come nel caso dell'infarto acuto del miocardio ogni minuto conta: un intervento tempestivo è fondamentale perché può scongiurare le conseguenze più serie della tromboembolia polmonare, che arrivano fino al decesso".
Una possibilità di cura è la trombolisi, che serve a sciogliere il trombo liberando il vaso ostruito; tuttavia in Italia circa 1200 pazienti all'anno ad alto rischio possono andare incontro a pericolose emorragie con questo tipo di approccio e non si possono sottoporre a trombolisi. In alternativa il trombo può essere rimosso chirurgicamente, con un intervento che tuttavia è complesso e pochi centri sono in grado di eseguire. La possibilità più all'avanguardia, che combina efficacia e sicurezza, è oggi la trombectomia per via percutanea: come nel caso dell'interventistica cardiologica si accede al circolo tramite catetere attraverso vasi periferici, per arrivare nella sede del trombo ed eliminarlo meccanicamente.
"I possibili candidati sono i pazienti a rischio intermedio-alto, stimati in almeno 10.000 all'anno nel nostro Paese, e i circa 1200 casi con controindicazioni alla trombolisi: in queste situazioni l'approccio transcatetere si è dimostrato efficace e se si interviene tempestivamente la mortalità può essere ridotta- sottolinea Esposito- Per garantire l'accesso dei pazienti a questo tipo di procedure però devono essere superati ostacoli di ordine clinico e organizzativo. Serve infatti creare percorsi diagnostico-terapeutici specifici per la tromboembolia polmonare, la cui terapia richiede un approccio multidisciplinare vista la possibilità di intervenire con farmaci, chirurgia o con una procedura interventistica; soprattutto, serve realizzare una rete di centri che siano in grado di erogare tutte le terapie possibili per poter gestire ogni caso nel modo migliore. Oggi, solo il 2% dei centri di emodinamica italiani può offrire il trattamento transcatetere della tromboembolia polmonare: è fondamentale, invece, che ve ne sia almeno uno in ogni Regione".
(Red)
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PRESIDENTE Antonio Magi |
VICE-PRESIDENTE Stefano De Lillo |
SEGRETARIO Cristina Patrizi |
TESORIERE Guido Coen Tirelli |
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CONSIGLIERI MEDICI |
Musa Awad Hussein |
Emanuele Bartoletti |
Vincenzo Bianco |
Gianfranco Damiani |
Aldo Di Blasi |
Marina Di Fonso |
Luisa Gatta |
Valentina Grimaldi |
Andrea Isidori |
Ivo Pulcini |
Maria Grazia Tarsitano |
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CONSIGLIERI ODONTOIATRI |
Nicola Illuzzi |
Giuseppe Marzo |
Giovanni Migliano |
Brunello Pollifrone |
Sabrina Santaniello |
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COMMISSIONE ODONTOIATRI |
PRESIDENTE Brunello Pollifrone |
VICE-PRESIDENTE Sabrina Santaniello |
SEGRETARIO Giovanni Migliano |
Claudio Arcuri |
Francesco Carpenteri |
Antonio D'Apolito |
Nicola Illuzzi |
Rebecca Jewel Manenti |
Giuseppe Marzo |
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COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI |
PRESIDENTE Leonardo Carletti |
REVISORE EFFETTIVO Alfredo Cuffari |
REVISORE EFFETTIVO Antonio Manieri |
SUPPLENTE Giovanni Carnovale |
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