
Roma, 28 nov. - Le organizzazioni sindacali dei medici, veterinari e dirigenti sanitari Anaao Assomed - Cimo-Fesmed (Anpo-Ascoti- Cimo- Cimop- Fesmed)- Aaroi-Emac- Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr)- Fp Cgil Medici e dirigenti Ssn - Fvm federazione veterinari e medici- Uil Fpl coordinamento nazionale delle aree contrattuali medica, veterinaria sanitaria- Cisl Medici manifestano a Roma giovedì 15 dicembre 2022 in piazza SS Apostoli dalle ore 14. Così si legge nella nota diffusa dall'Intersindacale.
L'obiettivo è realizzare dicono: "Un servizio sanitario pubblico e nazionale e chiediamo che la legge di bilancio 2023: destini risorse reali alla salute dei cittadini; aumenti le assunzioni di personale medico, veterinario e sanitario, per migliorare le condizioni di lavoro all'interno degli ospedali e dei presidi territoriali, superando i vincoli imposti dai tetti di spesa, per garantire ai cittadini i livelli essenziali di assistenza in tempi accettabili; incrementi le retribuzioni del personale, oggi al terz'ultimo posto in Europa, anche attraverso politiche di defiscalizzazione già concesse alle partite IVA, al settore privato e ad altre categorie del pubblico impiego; renda accessibili a tutti i cittadini le prestazioni sanitarie appropriate contro l'allungamento delle liste d'attesa e i viaggi della speranza".
Inoltre aggiungono nel comunicato: "Manifestiamo contro: il definanziamento ulteriore della sanità pubblica previsto nei prossimi anni, che costringerà molti cittadini a doversi pagare le cure di tasca propria e ne spingerà tanti altri nel limbo già oggi molto affollato di coloro che non possono pagarsele; le briciole concesse dalla legge di bilancio 2023 al personale della sanità pubblica; il disinteresse della politica nei confronti degli 'angeli' e degli 'eroi' che hanno evitato al Paese una caporetto sanitaria ed economica; l'assenza di un piano programmatico di riforma e di rilancio complessivo del SSN da parte delle forze politiche che superi la spinta alla privatizzazione; la regionalizzazione delle cure e la creazione del nuovo mercato sanitario tra nord e sud; il silenzio istituzionale di fronte alla richiesta di confronto con le rappresentanze sindacali dei professionisti su cui si regge il Ssn".
"Chiediamo- aggiungono i sindacati- al governo e alle regioni: l'immediata apertura del tavolo per il rinnovo di un CCNL sequestrato nelle stanze ministeriali; l'allineamento della spesa sanitaria pubblica alla media dei paesi europei; la depenalizzazione atto medico, riconsiderandolo autonomo scientifico e libero da ideologie; i professionisti che tengono in vita la sanità pubblica devono essere ai primi posti dell'agenda di tutte le forze politiche e meritano rispetto, per il servizio che hanno reso negli anni alla comunità , con un lavoro duro, troppo spesso disagiato e mal retribuito, e per l'abnegazione al servizio sanitario assicurata durante la pandemia. Per garantire il diritto alla salute ad ogni cittadino, che deve essere tutelato e curato senza distinzioni di sesso, età , condizione sociale o geografica".
"Solo un Paese in salute può garantire sviluppo economico e sociale ai suoi cittadini. I 130.000 professionisti che rappresentiamo sono pronti a fare la loro parte facendo ricorso a tutti gli strumenti disponibili. Con la manifestazione di oggi e con quelle che organizzeremo domani ci rivolgiamo ai cittadini affinchè siano consapevoli della deriva in cui sta precipitando la sanità pubblica: dopo averci consegnato medaglie di cartone, ora ci legano le mani e senza risorse potremo proteggere e assistere i nostri pazienti solo in parte e solo grazie a grandi sacrifici che pesano sulle nostre vite e su quelle delle nostre famiglie. Fermiamoci oggi per non fermare per sempre le cure", concludono i sindacati.
(Red)