
Roma, 16 mag. - Si è chiuso a Borgo Ripa, a Roma, il congresso regionale del Lazio del Sindacato medici italiani (Smi), che ha eletto Cristina Patrizi nuovo segretario regionale. Sempre maggiore la presenza femminile: su 18 cariche sindacali regionali ben 9 donne e tutte in posizioni apicali. "Un grande risultato per una reale parità e opportunità per le donne", commenta il sindacato in una nota.
Cristina Patrizi assume la direzione dello Smi del Lazio provenendo da una lunga esperienza professionale e d'impegno istituzionale per la categoria medica. Medico di medicina generale convenzionato, dal 2021 titolare di 38 ore di medicina servizi con incarico in staff a direzione di distretto e in Uoc medicina legale nella Asl Roma2, è segretario Omceo Roma dal 2021, già consigliere Omceo Roma dal 2012, ricopre la carica di tesoriere nazionale Assimefac dal 2017.
"La carenza dei medici di medicina generale che si riscontra nella regione Lazio è dovuta a una mancata politica di programmazione sanitaria in merito al fabbisogno di medici occorrenti per il territorio, sia al pensionamento di molti medici giunti all'età pensionabile. Risolvere in modo strutturale la carenza dei medici è il primo impegno che chiediamo alla nostra regione", sottolinea Patrizi.
"Saremo vigili- dice la neo eletta presidente- nelle prossime settimane affinché la contrattazione integrativa dia risposte certe sul ruolo dei medici sulla partecipazione alle Case di Comunità. Fino ad oggi il quadro non è chiaro e attediammo dalla Regione Lazio una convocazione per aprire il tavolo delle trattative", conclude Patrizi.
Il congresso del Lazio ha aperto la stagione dei congressi regionali dello Smi che si concluderà ad ottobre prossimo con il congresso nazionale di Tivoli. Nel Lazio e in altre regioni la guida del sindacato sarà donna, un dato che vogliamo sottolineare, in modo particolare per l'impegno sulla parità di genere nella professione e per la costituzione di un inter sindacale delle donne medico che da tempo stiamo avanzando al Governo e alle donne degli altri sindacati.
"La professione medica è sempre meno appetibile per i giovani anche perché la medicina sta volgendo al femminile- continua la nota Smi- Se osserviamo le statistiche del 2021, cogliamo il dato che il mondo della sanità italiana ha sempre di più una marcata componente femminile. Il 68% circa del personale del Servizio sanitario nazionale è costituito da donne, e guardando al futuro è facile presumere che gli orizzonti si tingeranno sempre più di rosa. L'impegno per il diritto alla maternità, alle tutele, a salari dignitosi per le donne medico rappresentano un obbligo civile per il rilancio della professione e per la tenuta del Servizio sanitario nazionale".
Ha partecipato, inoltre, insieme a Pina Onotri, segretario generale dello Smi, il presidente nazionale, Ludovico Abbaticchio, che ha augurato ai congressisti un proficuo lavoro ed ha rappresentato l'importanza di cogliere le sfide del Pnrr soprattutto nelle interlocuzioni e nel confronto con le realtà locali con i sindaci e con i comuni.
L'assise regionale dello Smi è stata conclusa da Andrea Figà Talamanca, dirigente medico psichiatra della ASL Roma1 eletto presidente regionale del sindacato, che ha sottolineato: "Le risorse e le riforme previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza saranno formidabili sfide che cambieranno la sanità e la medicina del prossimo futuro. Occorre, per queste ragioni, un'unità di tutte le forze sindacali per essere capaci di tutelare di più il lavoro dei medici. Dal Lazio lo Smi propone il rilancio dell'unità sindacale per affrontare i cambiamenti della professione e favorire l'inserimento al lavoro dei giovani medici", conclude.
Il congresso ha eletto all'unanimità quale presidente onorario il segretario regionale uscente Gianmarco Polselli.
(Red)