
Roma, 9 mag. - Un pacemaker, simile a quello cardiaco e grande come una pen drive, invia un impulso a un elettrodo posizionato dove hanno origine i nervi che regolano il funzionamento della vescica e del pavimento pelvico per riattivarli o riequilibrarne il malfunzionamento. È l'impianto di neuromodulazione sacrale che rappresenta una delle forme di trattamento più efficaci dell'incontinenza urinaria da urgenza o della ritenzione urinaria.
La novità del sistema di neuromodulazione sacrale di ultima generazione impiantato al Policlinico di Bari consiste nella possibilità per il paziente stesso di regolare l'intensità degli impulsi da un cellulare e ricaricare il dispositivo in wireless applicando una semplice cintura, ogni 7-10 giorni, senza alcuna limitazione nella vita quotidiana o nell'attività lavorativa.
L'intervento è stato eseguito dagli urologi Gaetano de Rienzo e Marco Spilotros, dell'equipe di Pasquale Ditonno direttore della Unità operativa di Urologia e la paziente è già tornata a casa.
La neuromodulazione sacrale è una tecnica di trattamento dei disturbi di incontinenza e ritenzione urinaria che aiuta i pazienti ormai da trent'anni ma la tecnologia oggi permette impianti meno invasivi e più duraturi nel tempo.
"La novità di oggi - sostiene de Rienzo - è che il sistema viene messo a disposizione dei pazienti. Un sistema di neuromodulazione del tutto rinnovato, piccolo come una pendrive impiantata sotto la cute, che si ricarica in wireless e non limita il paziente in alcuna attività fisica e lavorativa. Dopo la realizzazione del sistema di neuromodulazione con materiali completamente paramagnetici, che cioè sono compatibili con la risonanza magnetica e dunque possono anche essere utilizzati per pazienti che di questo esame hanno frequentemente bisogno - vedi i pazienti affetti da sclerosi multipla - la realizzazione di un sistema così piccolo e ricaricabile è la seconda grande rivoluzione di questa terapia. I pazienti non devono più accettare compromessi per risolvere la loro disfunzione".
"La paziente su cui è stato eseguito l'impianto, affetta da patologia neurologica, è stata trattata in precedenza presso questo centro per una fistola vescicovaginale con chirurgia robotica mininvasiva - continua Spilotros - Un paziente con incontinenza o ritenzione può anche avere disturbi dell'alvo e disturbi della sfera sessuale, così come dolore neuropatico".
"Questo approccio è l'unico possibile quando si parla di disfunzioni e ci proietta in una dimensione decisamente più evoluta quando si parla di oncologia e trapianti, completamente centrata attorno al paziente", conclude Pasquale Ditonno, direttore delle Unità operative di Urologia Universitaria 1 e 2 del Policlinico di Bari.
(Red)