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Covid, D'Amato: "C'è 'modello Lazio' e 'laboratorio' Nerola tassello importante"

Roma, 7 giu. - Il 25 marzo 2020 Nerola diventa zona rossa. Un piccolo borgo di 2.000 abitanti, situato tra le colline della Sabina romana e famoso per il suo olio extra vergine, viene catapultato nella guerra al Covid-19 ma senza mascherine. Era un focolaio importante e bisognava studiare una strategia diversa, eseguire un'indagine epidemiologica. A distanza di più di due anni dall'istituzione della zona rossa a Nerola "possiamo dire che il Servizio sanitario regionale ha precorso i tempi e da quel momento ha anticipato spesso le strategie poi realizzate a livello nazionale", ricorda Francesco Vaia, direttore generale dello Spallanzani, partecipando alla presentazione del libro 'Laboratorio Nerola' della sindaca Sabina Granieri.
"A Nerola è stata presa una decisione coraggiosa- prosegue Vaia- chiudere una comunità e intervenire con lo Spallanzani e i suoi infettivologi. La prima mossa anticipatrice è stata mettere in campo le Uscar (Unità Speciale di Continuità Assistenziale Regionale) con medici e infermieri, la campagna di contact tracing e di testing è partita lì". Nella lotta al Covid-19 si può, quindi, "parlare di modello Lazio e Nerola ne è stato un tassello fondamentale. È un modello che ha difeso i cittadini, perché se abbiamo avuto metà del tasso di mortalità a livello nazionale e cinque volte in meno rispetto ad alcune regioni del nostro Paese non è per fortuna o perché il virus sia partito dal Nord". Lo dice chiaro e tondo Alessio D'Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio.
Nella gestione della pandemia la Regione Lazio ha vissuto un susseguirsi di primati: "I primi casi di positività al Covid-19 in Italia e in Europa sono avvenuti a Roma il 29 gennaio.
Inoltre, l'intervento all'hotel Palatino in via Cavour alle sei di pomeriggio, avvenne già in biocontenimento e non è un caso secondario. I nostri sistemi erano stati allertati dall'Oms il 30 dicembre e, dopo una riunione allo Spallanzani, mettemmo in campo modelli operativi ereditati dalla Sars, la Mers e le epidemie precedenti. Non avevamo un manuale operativo in tasca- sottolinea D'Amato- ma il laboratorio Nerola è stato un modello tempestivo e di catena corta di comando".
La costituzione della zona rossa, seconda nel Lazio, "avvenne attraverso una dialettica serrata con il prefetto che in maniera condivisa decise in poche ore di istituire la zona rossa e di mandare la vigilanza per avviare un'attività di tracciamento.
Arrivarono l'Arma dei carabinieri, la Polizia di Stato e l'Ottavo reggimento dei bersaglieri. Avevamo un'incidenza del 13.3 per 1.000 abitanti- ricorda l'assessore alla Sanità - ed era necessario circoscrivere i contagi".
Il Modello Lazio c'è stato: "Abbiamo sempre anticipato i tempi. Nerola è stato questo, ma ci sono state altre 9 zone rosse nel nostro territorio regionale". Fiumicino poi ha il primato di essere "il primo areoporto intercontinentale in Europa ad aver fatto i test sull'areomobile. L'aereo era il Biman Airlines con 1 passeggero su 8 positivi, testati al terminal 5". Ma non solo.
"Siamo stati i primi in Italia a fare i test antigenici, a vaccinare il 27 dicembre e a fare i test sugli anticorpi monoclonali. Spero che in autunno avremo la possibilità di avere i vaccini aggiornati alle varianti- conclude D'Amato- quello è un elemento fondamentale per metterci in sicurezza e rendere endemica la pandemia".
Ancora adesso la Regione Lazio continua a dettare la linea: "Tutti parlavano della variante omicron sudafricana e dicevano che ne saremmo morti- prosegue Vaia- mentre noi avevamo contatti con le colleghe sudafricane che ci dicevano che lì la variante cresce molto, ma decresce pure perché è poco patogenica. Perché allora dire che avremo un'estate infernale con 200-300mila contagi al giorno? Basta- afferma il direttore dello Spallanzani- ne abbiamo 15 mila".
Sul da farsi, allora, Vaia è chiaro: "Dobbiamo accorciare il territorio e renderlo più forte a partire dalle Uscar; dobbiamo portare a casa le persone; passare da tachipirina e vigile attesa alle terapie più innovative e alla diagnostica più performante a domicilio. Come dice l'assessore D'Amato- conclude- dobbiamo arrivare in autunno a un vaccino che abbia una capacità universale anche per l'influenza. Sono certo che così usciremo definitivamente da questo grande incubo".
(Rac/ Dire)
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PRESIDENTE Antonio Magi |
VICE-PRESIDENTE Stefano De Lillo |
SEGRETARIO Cristina Patrizi |
TESORIERE Guido Coen Tirelli |
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CONSIGLIERI MEDICI |
Musa Awad Hussein |
Emanuele Bartoletti |
Vincenzo Bianco |
Gianfranco Damiani |
Aldo Di Blasi |
Marina Di Fonso |
Luisa Gatta |
Valentina Grimaldi |
Andrea Isidori |
Ivo Pulcini |
Maria Grazia Tarsitano |
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CONSIGLIERI ODONTOIATRI |
Nicola Illuzzi |
Giuseppe Marzo |
Giovanni Migliano |
Brunello Pollifrone |
Sabrina Santaniello |
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COMMISSIONE ODONTOIATRI |
PRESIDENTE Brunello Pollifrone |
VICE-PRESIDENTE Sabrina Santaniello |
SEGRETARIO Giovanni Migliano |
Claudio Arcuri |
Francesco Carpenteri |
Antonio D'Apolito |
Nicola Illuzzi |
Rebecca Jewel Manenti |
Giuseppe Marzo |
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COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI |
PRESIDENTE Leonardo Carletti |
REVISORE EFFETTIVO Alfredo Cuffari |
REVISORE EFFETTIVO Antonio Manieri |
SUPPLENTE Giovanni Carnovale |
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