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Ame: "Endocrinologia cenerentola della sanità italiana, in 10 anni dimezzati posti letto e specialisti"
Roma, 24 gen. - Le malattie endocrinologiche crescono, mentre le strutture assistenziali e gli specialisti dedicati diminuiscono. Oggi l'offerta di cure e assistenza è totalmente inadeguata rispetto al fabbisogno. È questo, in estrema sintesi, quello che emerge dal report 'Il posizionamento strategico ed organizzativo dell'assistenza endocrinologica: stato dell'arte e proposte di sviluppo', realizzato dall'Associazione medici endocrinologi (Ame Ets) in collaborazione con Cergas-Sda Bocconi e presentato questa mattina presso l'auditorium del ministero della Salute.
Il presidente dell'Ame, Franco Grimaldi, afferma: "Abbiamo bisogno di una nuova struttura organizzativa che consenta di adeguare l'offerta assistenziale endocrinologica all'attuale richiesta e al prevedibile aumento che si verificherà nei prossimi anni".
Che l'endocrinologia rappresenti la Cenerentola della sanità italiana, spiega l'Ame, è intuibile dai numerosi tagli subiti negli ultimi 10-15 anni e dall'evoluzione separata e non coordinata con le altre due discipline che ad essa afferiscono, la diabetologia e l'andrologia.
Il past president dell'Ame e coordinatore dello studio, Vincenzo Toscano, aggiunge che "questa parcellizzazione dell'endocrinologia ha di fatto causato una ridotta considerazione della disciplina, testimoniata, in primis, dalla drastica riduzione dei posti letto per malattie endocrine, del ricambio e della nutrizione".
Stando al report, dal 2010 al 2017 i posti letto e i reparti di endocrinologia hanno subito una riduzione, rispettivamente, del 42% e del 35% con una diminuzione più marcata rispetto al dato complessivo di ristrutturazione delle degenze dell'area medica (-13% e -8%).
Tutto questo ha avuto un impatto sia sull'assistenza dei pazienti che sul lavoro e sulla formazione degli specialisti in endocrinologia. Tanto che oggi per i neolaureati specializzarsi in endocrinologia non è poi più così attraente. A questo si aggiunge anche il drastico calo dei posti di specializzazione.
Toscano sottolinea che "fino agli anni '80 le singole scuole disponevano di circa 15-20 medici l'anno. Gli endocrinologi formati in quegli anni stanno andando progressivamente in pensione con una drastica caduta della disponibilità di endocrinologi sul territorio nazionale, dove in base ai dati epidemiologici delle malattie endocrine (incluso diabete e andrologia), servirebbero almeno dai 2.500 ai 3.000 endocrinologi in servizio".
Secondo l'esperto "non va trascurato che studi clinici hanno dimostrato chiaramente che la presenza dell'endocrinologo nel team assistenziale fa la differenza in termini di diagnosi più rapide e con meno indagini".
Una carenza di specialisti, in un momento in cui stando ai dati epidemiologici il fabbisogno è in crescita.
Grimaldi prosegue: "Si stima che nel nostro paese gli individui affetti da ipotiroidismo clinico e subclinico corrispondano ad un numero compreso tra 3 e 6 milioni con un numero di nuovi casi all'anno corrispondente a 200-300mila nel sesso femminile e a 30-60 mila nel sesso maschile".
Il presidente dell'Ame dichiara inoltre che "il numero di pazienti affetti da ipertiroidismo in Italia è stimabile in circa 400-500mila, con circa 30.000 nuovi casi ogni anno. Senza contare l'aumento dell'incidenza dei noduli tiroidei e dei casi di carcinoma tiroideo. A questi poi si devono aggiungere i circa 5 milioni di persone che in Italia vivono con il diabete".
La lista dei pazienti e delle malattie di competenza endocrinologica è molto più lunga.
Per Grimaldi "è evidente che la figura dell'endocrinologo può fare la differenza nella presa in carico di tutti questi pazienti, ma con le attuali carenze organizzative si dovrà fare sempre più affidamento ad altri specialisti, con perdita di competenza o di appropriatezza nella cura di questi pazienti".
Per questo Ame propone un nuovo posizionamento strategico e organizzativo dell'endocrinologia italiana.
Federico Lega, professore ordinario di management & politiche sanitarie presso l'Università degli studi di Milano dice che "laddove il sapere del perimetro di competenza dell'endocrinologo è praticato da altre professionalità , l'endocrinologia dovrebbe ambire a recuperarne il controllo delle competenze attraverso l'organizzazione di un team con competenze trasversali, con una composizione multidisciplinare individuata per ambito di patologia".
Lega ricorda poi che "l'endocrinologo nei team svolge un ruolo fondamentale per la definizione di standard, linee guida, protocolli, Pdta e tutto quanto serva a dare le 'garanzie' di una competenza solida e diffusa in modo omogeneo tra tutti i professionisti coinvolti".
Aggiunge infine che "si deve poter pensare ad una organizzazione non articolata a 'silos', ma a spicchio assistenziale che include in un unicum, collegato attraverso le nuove tecnologie digitali, ospedale e territorio, inclusi Mmg case della salute e dove le capacità diagnostiche e terapeutiche vanno aumentando man mano che si sale verso il vertice dello spicchio, questo permetterebbe una presa in carico del paziente più mirata e più adeguata al suo livello di sospetto diagnostico", conclude.
(Red)
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PRESIDENTE Antonio Magi |
VICE-PRESIDENTE Stefano De Lillo |
SEGRETARIO Cristina Patrizi |
TESORIERE Guido Coen Tirelli |
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CONSIGLIERI MEDICI |
Musa Awad Hussein |
Emanuele Bartoletti |
Vincenzo Bianco |
Gianfranco Damiani |
Aldo Di Blasi |
Marina Di Fonso |
Luisa Gatta |
Valentina Grimaldi |
Andrea Isidori |
Ivo Pulcini |
Maria Grazia Tarsitano |
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CONSIGLIERI ODONTOIATRI |
Nicola Illuzzi |
Giuseppe Marzo |
Giovanni Migliano |
Brunello Pollifrone |
Sabrina Santaniello |
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COMMISSIONE ODONTOIATRI |
PRESIDENTE Brunello Pollifrone |
VICE-PRESIDENTE Sabrina Santaniello |
SEGRETARIO Giovanni Migliano |
Claudio Arcuri |
Francesco Carpenteri |
Antonio D'Apolito |
Nicola Illuzzi |
Rebecca Jewel Manenti |
Giuseppe Marzo |
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COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI |
REVISORE EFFETTIVO Alfredo Cuffari |
REVISORE EFFETTIVO Antonio Manieri |
SUPPLENTE Giovanni Carnovale |
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