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ESCLUSIVA Crisarà (Fimmg): "Intesa con ministero su Medicina generale, sì ad organizzazione no a dipendenza"
(DIRE) Roma, 20 gen. - "Non c'è medicina territoriale che tenga senza questo accordo sulla medicina generale". E' un giudizio netto quello che Domenico Crisarà , medico e vice segretario della Federazione italiana medici di medicina generale consegna all'agenzia Dire sull'accordo tra il ministero della Salute e la stessa Fimmg (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) per il futuro dei medici di base e le case di comunità inserite nel Pnrr, quelle che nelle intenzioni dovrebbero rafforzare le risposte di salute sul territorio anche attraverso 23 milioni di euro dal Recovery Fund.
Ma di cosa parliamo? "Di un accordo che fa riferimento al 2016-2018, prima del Covid, un'intesa che è stata chiusa con lo sguardo rivolto al documento delle Regioni sulle 38 ore, ovvero la base di discussione sulla futura medicina in convenzione: una cosa sono 38 ore in sistema di dipendenza e un'altra sono nella condizione di convenzione". In sostanza, la firma che la Fimmg ha apposto in queste ore riguarda alcune caratteristiche sul ruolo e l'autonomia del medico di base, che molti in questi mesi avrebbero voluto far diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale. Ma, "i contenuti di questo accordo ribadiscono il concetto che il medico di base è un medico convenzionato ma autonomo- spiega Crisarà - e questa volta dovrebbero partire le AFT, introdotte dal decreto Balduzzi, ovvero le aggregazioni territoriali e funzionali che governano le associazioni tra i medici. Una roba vecchia, ma bisogna prima definirle perché molte Regioni non l'hanno fatto.
Questa intesa, apparentemente lontana dai problemi attuali, in realtà è vicina alle questioni incombenti, come la gestione dei pazienti Covid". Spiega infatti il vice segretario che "questo accordo impatta sul futuro, si è chiuso un capitolo sulla medicina generale che non era stata fatta evolvere né rafforzata e se ne apre uno nuovo, e questo ci serve per arrivare rapidamente ad un contratto che risponda alle necessità del nostro Paese, che non sono individuabili nella forma contrattuale dei medici, dipendenza o convenzione, ma sull'organizzazione e sulla reale prossimità ".
Crisarà spiega anche che "il nostro contratto prevede minimo 3 ore di apertura dell'ambulatorio al giorno mentre il ministero vorrebbe portarle a massimo 4 ore, ma questo significa ignorare che i medici fanno già 4-5 ore di ambulatorio e a volte di più, con il Covid sicuramente. A cosa serve portarle ad un massimo di soglia se già la maggioranza fa oltre il minimo? Mi viene da pensare che sia una forma di controllo- azzarda una risposta Crisarà - come la questione della dipendenza proposta dalle Regioni. Lo ripeto ancora una volta: qui si tratta di organizzazione e non di contratto o di soldi. La vera sfida è da domani in poi: abbiamo girato una pagina e siamo pronti a scriverne un'altra in senso più moderno. Un medico attualmente lavora senza strumentazioni e assistenti, lavorare con sistema moderno significa cambiare completamente approccio alla medicina generale e territoriale. E significa procedere anche con un nuovo contratto: se c'è la volontà e nessuna preclusione ideologica, e si spostano gli obiettivi all'organizzazione territoriale dalla forma contrattuale, ci si impiega solo qualche mese per arrivare alla firma di un nuovo contratto. Se la volontà è quella di renderci dipendenti, invece, non si va lontano, non devono renderci burocrati con la stampa del green pass", tuona Crisarà che aggiunge- Il problema non lo abbiamo sollevato solo oggi con la pandemia, abbiamo girato il Paese con il camper per dimostrare che con le attrezzature giuste si può curare, non bisogna chiudersi negli ambulatori, la prossimità significa raggiungere i pazienti con cronicità , che è il vero tsunami, non solo il Covid".
La Fimmg viene da mesi di faticosi accordi con il ministero della Salute, ma fino ad ora sono sempre riusciti a trovare un punto di incontro, questa volta la mediazione sarà ancora più determinante, ne vale del futuro della sanità territoriale, come ribadisce Crisarà : "Non può esistere alcun modello di medicina generale che non sia funzionale alla medicina territoriale, per mandare in ospedale solo le persone che ne hanno reale bisogno, perché nel frattempo ho fatto delle diagnosi e dei controlli con strumenti e attrezzature adeguati. Non è una questione di filtro ma di sostanza, perché non mando il paziente dove capita nel pronto soccorso ma lo indirizzo ad un reparto, e questo risolverebbe anche il problema delle liste di attesa", conclude il vice segretario Fimmg.
(Org/ Dire)
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PRESIDENTE Antonio Magi |
VICE-PRESIDENTE Stefano De Lillo |
SEGRETARIO Cristina Patrizi |
TESORIERE Guido Coen Tirelli |
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CONSIGLIERI MEDICI |
Musa Awad Hussein |
Emanuele Bartoletti |
Vincenzo Bianco |
Gianfranco Damiani |
Aldo Di Blasi |
Marina Di Fonso |
Luisa Gatta |
Valentina Grimaldi |
Andrea Isidori |
Ivo Pulcini |
Maria Grazia Tarsitano |
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CONSIGLIERI ODONTOIATRI |
Nicola Illuzzi |
Giuseppe Marzo |
Giovanni Migliano |
Brunello Pollifrone |
Sabrina Santaniello |
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COMMISSIONE ODONTOIATRI |
PRESIDENTE Brunello Pollifrone |
VICE-PRESIDENTE Sabrina Santaniello |
SEGRETARIO Giovanni Migliano |
Claudio Arcuri |
Francesco Carpenteri |
Antonio D'Apolito |
Nicola Illuzzi |
Rebecca Jewel Manenti |
Giuseppe Marzo |
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COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI |
REVISORE EFFETTIVO Alfredo Cuffari |
REVISORE EFFETTIVO Antonio Manieri |
SUPPLENTE Giovanni Carnovale |
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