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Studio sfata tabù: "Medici parlino di morte, aiuta ad accettarla"

Roma, 16 dic. - Sfata il tabù della morte in ambito oncologico, dimostrando che l'accesso a cure palliative precoci, accompagnate da un'adeguata comunicazione medico-paziente, migliora "sensibilmente" l'accettazione del fine vita nei pazienti con tumore in stato avanzato e nei loro caregiver. Si tratta dell'esito dello studio, considerato senza precedenti, pubblicato di recente su The Oncologist, rivista scientifica internazionale, e condotto da professionisti dell'Ausl di Modena, dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e dell'Università di Modena e Reggio Emilia (con la collaborazione di alcuni dei massimi esperti internazionali del settore). La ricerca, di cui è principale firmataria la dottoressa Elena Bandieri, responsabile dell'ambulatorio delle cure palliative precoci all'ospedale Ramazzini di Carpi, chiude idealmente una quadrilogia di studi dedicati alla comunicazione medico-paziente-caregiver nel setting delle cure palliative precoci. Alle prime due, una incentrata sull'eradicazione del dolore come premessa all'accettazione della diagnosi e l'altra sulla speranza, ne ha fatto seguito una terza, a sua volta recente, pubblicata su Frontiers in Oncology, che indaga il tema del senso di gratitudine di pazienti e famigliari. Per il quarto studio appunto, intitolato "Percezione della morte tra pazienti con cancro avanzato in cure palliative precoci e loro famigliari: risultati di un'analisi a metodo misto", sono state eseguite analisi qualitative e quantitative su due database, con un questionario a 130 pazienti oncologici (con un'età media di 68 anni) seguiti dall'ambulatorio delle cure palliative precoci della dottoressa Bandieri.
L'analisi quantitativa ha rivelato che pazienti e operatori sanitari, interessati dalle cure palliative precoci, non hanno paura a parlare di morte. Anzi, in questo gruppo la parola "morte" viene usata in maniera "significativamente maggiore" rispetto ai pazienti in terapia con approcci standard e ai loro caregiver, e gli aggettivi e i verbi associati alla parola "morte" hanno connotazioni positive. Connotazioni positive che, spiegano dall'Ausl, l'analisi qualitativa ha dimostrato riferirsi "a un'esperienza reale e positiva del fine vita nel gruppo che ha avuto accesso precoce alle cure palliative", mentre nel gruppo in terapia standard rimandano a un desiderio o un evento negato.
Lo studio, "originale e indipendente", porta le firme di figure di primo piano, anche di livello internazionale, tra cui il professor Eduardo Bruera, oncologo medico e palliativista all'Anderson Cancer Center di Houston, Texas, considerato il massimo esperto del settore, e la collega Camilla Zimmermann, dell'Università di Toronto (Canada), esperta riconosciuta a livello mondiale nell'ambito della comunicazione medico-paziente per quanto riguarda le cure palliative precoci.
(Red)
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PRESIDENTE Antonio Magi |
VICE-PRESIDENTE Stefano De Lillo |
SEGRETARIO Cristina Patrizi |
TESORIERE Guido Coen Tirelli |
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CONSIGLIERI MEDICI |
Musa Awad Hussein |
Emanuele Bartoletti |
Vincenzo Bianco |
Gianfranco Damiani |
Aldo Di Blasi |
Marina Di Fonso |
Luisa Gatta |
Valentina Grimaldi |
Andrea Isidori |
Ivo Pulcini |
Maria Grazia Tarsitano |
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CONSIGLIERI ODONTOIATRI |
Nicola Illuzzi |
Giuseppe Marzo |
Giovanni Migliano |
Brunello Pollifrone |
Sabrina Santaniello |
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COMMISSIONE ODONTOIATRI |
PRESIDENTE Brunello Pollifrone |
VICE-PRESIDENTE Sabrina Santaniello |
SEGRETARIO Giovanni Migliano |
Claudio Arcuri |
Francesco Carpenteri |
Antonio D'Apolito |
Nicola Illuzzi |
Rebecca Jewel Manenti |
Giuseppe Marzo |
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COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI |
PRESIDENTE Leonardo Carletti |
REVISORE EFFETTIVO Alfredo Cuffari |
REVISORE EFFETTIVO Antonio Manieri |
SUPPLENTE Giovanni Carnovale |
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