Roma, 20 feb. - Venerdi' 19 febbraio presso la sede dell'Ordine provinciale di Roma dei medici chirurghi e odontoiatri, in occasione della Giornata del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato, si svolgera' una cerimonia commemorativa per ricordare tutti i camici bianchi scomparsi nell'esercizio della loro professione. L'iniziativa istituita dal Parlamento si celebrera' a carattere nazionale il 20 febbraio poiche' proprio in quella data, un anno fa a Codogno, presso l'Ospedale civico, veniva individuato il "paziente 1".
Se in Italia sono piu' di 310, nel Lazio ad oggi sono 22 i medici che hanno perso la vita a causa del Covid. L'ultimo, il piu' recente, pochi giorni fa a Tivoli. Covid ma non solo pero' perche' in questa giornata non si possono dimenticare i medici vittime di aggressioni e quelli che hanno addirittura perso la vita a causa di gesti di sconsiderati.
Per ricordare tutti questi colleghi l'Ordine di Roma ha deciso di piantare un ulivo, pianta dall'alto valore simbolico di pace e rinascita e di scoprire una targa il cui testo, tratto dal Giuramento d'Ippocrate, ribadisce l'importanza e la solennita' della professione medica.
"È importante - afferma il presidente dell'Omceo capitolino Antonio Magi - ricordare tutti i colleghi scomparsi nell'adempimento del loro dovere. Da un anno circa la nostra attenzione e' catturata dalla pandemia e dai gravi lutti che questa sta generando tra i professionisti sanitari e non solo.
Non possiamo pero' dimenticare anche gli altri colleghi, in particolar modo le donne, vittime di aggressioni drammatiche, feroci al punto da fargli perdere la vita mentre svolgevano il loro lavoro nel rispetto del codice deontologico".
Per Filippo Anelli, presidente Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), piantare un ulivo e': "un gesto semplice ma significativo, quello scelto dall'Ordine dei Medici di Roma e dal Presidente Antonio Magi per onorare i nostri caduti. L'ulivo e' infatti simbolo di pace, di resistenza, di rigenerazione, di solidita', di rinascita. Sono i valori che, da oltre 2400 anni, la nostra Professione porta avanti. Una Professione che non si esaurisce nelle conoscenze, o nelle competenze tecniche, ma che e' una miscela unica di sapere, saper fare, saper essere, al servizio della democrazia del bene. Fu un ramoscello d'ulivo ad annunciare la fine del Diluvio: ci auguriamo che quest'albero, che poggia le radici sul substrato unico di competenze e di valori che alimenta la nostra Professione, segni l'uscita da questa pandemia e rimanga a memoria perenne dei colleghi che sono morti per portare a compimento il dovere di curare tutti, senza discriminazione alcuna".
Presente alla celebrazione anche l'ex viceministro alla Salute, medico iscritto a Roma e senatore, Pierpaolo Sileri, il quale ricorda "chi studia e si specializza per diventare medico o per far parte del personale sanitario sa che un giorno dovra' affrontare la sofferenza, e in certi casi la morte, dei pazienti che curera' e sa che fara' di tutto per alleviare quelle sofferenze ed evitare per quanto possibile le perdite. Quello che non puo' mettere in conto e' di perdere la propria vita in ragione della professione e della missione che ha scelto di perseguire. Negli ultimi 12 mesi in Italia migliaia di medici e infermieri hanno messo a rischio la propria vita per combattere in prima linea sul fronte del Covid-19. Oltre 300 di loro la vita l'hanno persa. È doveroso ricordarli in occasione della 'Giornata del personale sanitario', istituita nel giorno dell'anniversario dell'individuazione del 'paziente 1' a Codogno. Grazie al sacrificio di queste donne e questi uomini migliaia di vite sono state salvate".
Raffaele Iandolo, Presidente CAO Nazionale, ribadisce come "nonostante l'estrema attenzione nell'attuare le procedure di sicurezza contro il contagio da Sars-Cov2, anche gli Odontoiatri italiani piangono numerose vittime tra gli iscritti all'Albo, la memoria dei quali viene ben rappresentata dall'iniziativa dell'Ordine di Roma, senz'altro encomiabile. In particolare in questa occasione vorrei simbolicamente ricordare con affetto e amicizia la figura di Roberto Stella, presidente dell'Ordine di Varese, primo medico deceduto nel corso di questa sciagurata pandemia".
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(Red)