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Neonatologi alla 'Dire': "Covid incidera' su nascite, calo esponenziale nel 2021"
(DIRE) Roma, 22 set. - "Ogni anno perdiamo dalle 17 alle 19mila nascite ed e' ovvio che il Covid, avendo creato incertezza e preoccupazione, i due grandi motori che rallentano l'idea di procreare, aumenta la probabilita' di scendere sotto le 400mila nascite nel 2021. Il Covid incidera' in maniera esponenziale su questo calo, perche' si va a inserire una variabile negativa su un terreno che gia' e' grandemente in difficolta' da tempo". Lo dichiara alla Dire Fabio Mosca, presidente della Societa' italiana di Neonatologia (Sin), confermando le previsioni sulla denatalita' del presidente dell'Istat, Gian Carlo Blangiardo.
Analizzando la storia recente della nostra nazione, il presidente ricorda che "abbiamo avuto momenti con crisi peggiori del Covid. Nel 1918, nella prima guerra mondiale, in Italia nascevano piu' di 600mila bambini; nel 1945, seconda guerra mondiale, piu' di 800mila. Il calo della natalita' e' un problema rilevante da tempo, perche' dal 2008 abbiamo perso 120mila nascite e dal 1993 siamo un Paese che ha piu' morti rispetto ai parti. Nel 2018- prosegue il neonatologo- abbiamo registrato 193mila decessi in piu' delle nascite. È un saldo negativo che equivale alla sparizione ogni anno di citta' come Modena, Taranto e Parma".
Cercando di evidenziare il problema della denatalita', il presidente Mosca aggiunge: "Dal 2008 al 2017 abbiamo perso 900mila donne nell'eta' tra i 15 e i 49 anni, ovvero il patrimonio di donne che potenzialmente puo' procreare. Questo, giustifica i due terzi del calo della natalita', il resto e' causato dal fatto che comunque si fanno meno figli a testa. Il dato italiano e' di 1,3 figli per ogni donna e, in questa media, ci sono anche le partorienti straniere che alzano il numero.
Peggio di noi fanno solo Corea, Malta e Spagna, che hanno indici di fecondita' piu' bassi".
In sintesi il presidente della Sin delinea due problemi: "Ci sono meno donne in eta' per procreare e le stesse fanno meno figli. La causa si ritrova nel fatto che solo il 60% delle donne italiane nel periodo fertile ha un lavoro. Quelle che non lavorano piu' difficilmente fanno figli. La prima misura da adottare- sottolinea- e' di dare un lavoro sicuro alle donne".
Sotto la lente d'ingrandimento, pero', ci sono anche gli uomini. "Rispetto alla media europea- evidenzia il presidente della Sin- nella fascia d'eta' tra i 25 e i 35 anni, lasciano piu' tardi il tetto familiare. Il 50% di loro vive ancora con i genitori e, chi vive questa condizione, non ha un progetto di famiglia e di diventare padre. Non lasciano casa perche' hanno un lavoro instabile e perche' vivere soli ha dei costi rilevanti.
Quindi- conclude Mosca- serve una politica di sostegno per incentivare l'autonomia dei giovani".
(Mem/ Dire)
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PRESIDENTE Antonio Magi |
VICE-PRESIDENTE Pier Luigi Bartoletti |
SEGRETARIO Claudio Colistra |
TESORIERE Luisa Gatta |
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CONSIGLIERI MEDICI |
Foad Aodi |
Musa Awad Hussein |
Roberto Bonfili |
Stefano Canitano |
Gianfranco Damiani |
Giuseppe Imperoli |
Luigi Tonino Marsella |
Cristina Patrizi |
Ivo Pulcini |
Rosa Maria Scalise |
Maria Grazia Tarsitano |
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COMMISSIONE ODONTOIATRI |
PRESIDENTE Brunello Pollifrone |
SEGRETARIO Sabrina Santaniello |
COMPONENTI Nicola Illuzzi |
Giuseppe Marzo |
Giovanni Migliano |
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COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI |
PRESIDENTE Alfredo Cuffari |
COMPONENTI Emanuele Bartoletti |
Maria Cristina Billi |
SUPPLENTE Antonio Manieri |
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