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Pollifrone: Dopo laurea abilitante, ora superare specializzazione odontoiatria
Roma, 26 ott. - E' arrivato il via libera dal Consiglio dei ministri alla laurea abilitante anche per odontoiatria e protesi dentaria, ma resta il nodo della specializzazione: per accedere a concorsi nel sistema pubblico serve avere conseguito la specialita', tanto da precludere l'accesso concorsuale agli incarichi dirigenziali pubblici al 90% dei professionisti.
Brunello Pollifrone, presidente della Cao di Roma e segretario della Commissione albo odontoiatri nazionale, spiega perche' si sta rischiando di restare senza dentisti, come fu per i medici ad inizio pandemia Covid.
- L'approvazione di questo disegno di legge arriva a cascata su tutte le lauree sanitarie, a causa del Covid: si e' partiti da Medicina, perche' non si potevano abilitare i medici per il lockdown ma ne servivano subito tanti e si e' proseguito con la laurea abilitante per medicina veterinaria, psicologia e farmacia. Siete soddisfatti della semplificazione voluta dal ministro dell'Universita' e della Ricerca, Gaetano Manfredi? "Siamo ben felici perche' e' una semplificazione, un passo in avanti: si da' una valenza specialistica alla laurea, senza l'abilitazione che fino ad oggi era prevista. Rimane pero' il problema della specializzazione: se vuoi entrare in ospedale con concorso pubblico (in convenzione o come dipendente) devi conseguire la specialita' in chirurgia orale, odontoiatria pedriatica od ortodontozia. Ci auguriamo che questo passaggio di semplificazione porti con se' anche l'abolizione della specialita'. Del resto l'abilitazione negli altri Paesi non c'e' e nel privato gli odontoiatri gia' esercitano senza specialita'". - Quindi e' una semplificazione a meta'? "Senza il passaggio sull'abolizione della specialita' restiamo in una situazione analoga a quella presente, con una alta percentuale di professionisti esclusi, e replichiamo il modello che e' esistito fino ad oggi. Faccio un esempio: nel 1990, partecipai e vinsi al 'concorsone' dell'Istituto odontoiatrico George Eastman di Roma. La mia laurea in Medicina era una sorta di deroga. I primi laureati in odontoiatria sono del 1985, ma non potevi essere specializzato per il concorso perche' le specialita' partirono nello stesso anno del concorso, il 1990.
Quindi a quel concorso per l'Eastman non ha vinto neanche un odontoiatra specializzato; alcuni hanno fatto ricorso al tribunale amministrativo e magari hanno conseguito la specialita' negli anni successivi. Con il ricorso al Tar si e' si' creato un precedente, ma solo tra l'amministrazione pubblica e il singolo. Quindi il problema si e' ripresentato negli anni seguenti".
- Il problema della specializzazione odontoiatrica crea problemi come e' stato per i medici, che sotto Covid non c'erano? "Le persone della mia eta' andranno in pensione nel prossimo triennio, e sono molte; non siamo in grado con i pochi specialisti che ci sono di far fronte al ricambio e sostituirle tutte. Gli specialisti che lavorano nelle Asl, una volta in pensione, non saranno sostituti dai nuovi perche' questi gia' lavorano nel privato, dove possono fare ogni tipo di intervento specialistico senza avere la specializzazione. In questo modo si rischia di non soddisfare i Lea, ovvero i livelli essenziali di assistenza ospedalieri".
- Ci sara' un'ulteriore semplificazione con l'abolizione della specializzazione, avete sentito i dicasteri coinvolti? "Siamo in contatto con il ministero della Salute, a cui abbiamo chiesto: si e' reso disponibile ma c'e' anche il ministero della Ricerca e dell'Universita' a decidere su questo. Il Covid sta cambiando il modo di lavorare nella sanita', sia nell'organizzazione che nelle risorse, serve mettere mano in fretta ai gap e alle pastoie normative. Sui medici e' stato fatto un intervento subito perche' erano essenziali, anche se il flusso di impiego dei medici e' diverso: a differenza degli odontoiatri, i medici confluiscono per lo piu' nella medicina generale, quindi possono stare senza specialita'".
- Possiamo dire che il problema riguarda anche il sistema di attrattivita' del pubblico? "Si', per alcuni ambulatori di piu'. Molti odontoiatri rimarranno nel privato, anche se non dovessero avere piu' l'ostacolo della specialita', perche' potrebbero essere talmente integrati da non volerne uscire. La questione della specialita' e' annosa, saranno almeno dieci anni che abbiamo presentato la questione come urgente".
- Se la situazione dovesse rimanere in questo modo, con una laurea abilitante ma la necessita' di una specializzazione per l'accesso al pubblico, di quanti odontoiatri ci sara' bisogno per garantire i Lea? "Abbiamo circa 60mila odontoiatri in Italia, dei quali solo il 10-20% hanno una specialita'. Per questo chiediamo l'intervento del ministero della Salute, anche se sappiamo che in questo momento ci sono questioni piu' urgenti. Pero' non si puo' andare avanti a colpi di ricorsi in Tribunale, la burocrazia va snellita sul serio".
(Org/ Dire)
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PRESIDENTE Antonio Magi |
VICE-PRESIDENTE Pier Luigi Bartoletti |
SEGRETARIO Claudio Colistra |
TESORIERE Luisa Gatta |
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CONSIGLIERI MEDICI |
Foad Aodi |
Musa Awad Hussein |
Roberto Bonfili |
Stefano Canitano |
Gianfranco Damiani |
Giuseppe Imperoli |
Luigi Tonino Marsella |
Cristina Patrizi |
Ivo Pulcini |
Rosa Maria Scalise |
Maria Grazia Tarsitano |
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COMMISSIONE ODONTOIATRI |
PRESIDENTE Brunello Pollifrone |
SEGRETARIO Sabrina Santaniello |
COMPONENTI Nicola Illuzzi |
Giuseppe Marzo |
Giovanni Migliano |
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COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI |
PRESIDENTE Alfredo Cuffari |
COMPONENTI Emanuele Bartoletti |
Maria Cristina Billi |
SUPPLENTE Antonio Manieri |
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