Roma, 27 lug. - La pandemia da COVID-19 dal punto di vista sanitario ha avuto gravi ripercussioni non solo per gli effetti diretti in termini di morbosita' e mortalita' provocati dalla malattia causata dal SARS-CoV-2 ma anche per le gravi conseguenze indirettamente dovute al nuovo coronavirus perche' la paura di contagiarsi ha spinto molte persone a non rivolgersi agli ospedali in modo tempestivo pur in presenza di patologie severe come ictus ed infarti. Un altro aspetto rilevante correlato all'epidemia, osservato non solo in Italia ma in molti Paesi in Europa e nel mondo, e' stato il drammatico calo delle coperture vaccinali sia per le immunizzazioni dell'eta' pediatrico-adolescenziale che per quelle raccomandate nell'adulto e nell'anziano. Paradossalmente nello stesso periodo a livello globale e' stato piu' volte ribadito come l'assenza di un vaccino contro COVID-19 rappresenti la principale causa della drammatica situazione sanitaria ed economica in cui si trova il nostro pianeta. Tale considerazione ci deve portare a riflettere come sarebbe il mondo senza i vaccini che ci hanno portato ad eliminare gravi malattie, talora mortali, che la memoria collettiva ha messo nel dimenticatoio quali difterite e poliomielite. Allo stato delle attuali conoscenze e' probabile che nella prossima stagione autunno-invernale vi possa essere un ritorno su piu' larga scala dei contagi da nuovo coronavirus SARS-CoV-2; in tale situazione la Societa' Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanita' Pubblica (SItI), afferma con forza come sia fondamentale proteggere la popolazione con particolare riguardo alle fasce fragili, utilizzando tutti i mezzi a nostra disposizione, compresi i vaccini gia' disponibili per altre patologie che rappresentano uno strumento formidabile di prevenzione primaria. L'incremento delle coperture vaccinali per influenza - e pneumococco - diventa preminente considerato l'impatto che hanno le malattie provocate dai microrganismi responsabili di queste infezioni soprattutto sulla popolazione anziana e sui soggetti di qualsiasi eta' affetti da malattie croniche (cardiopatie, patologie croniche dell'apparato respiratorio, cancro, diabete, ecc.). Tra l'altro assume primaria importanza abbassare l'incidenza di malattie respiratorie acute nella popolazione perche' di fatto si agevola l'attivita' di chi deve fare diagnosi differenziale tra SARS- CoV-2 e altri patogeni respiratori, che causando sindromi caratterizzate da segni e sintomi quali febbre e tosse, sono indistinguibili dal punto di vista clinico.
La SItI, in sintonia con l'Organizzazione Mondiale della Sanita', (Oms), ribadisce come la vaccinazione antinfluenzale costituisca una priorita' sia in funzione dell'elevato impatto che hanno, in Italia, le sindromi similinfluenzali (Ili), con numeri che, in ogni stagione, sono stimati in circa 8-10 milioni di casi, sia in relazione alle insoddisfacenti coperture vaccinali raggiunte che sono intorno al 50% nella popolazione target dei soggetti oltre i 64 anni di eta' e circa il 25% nei pazienti con fattori di rischio, quindi ben distanti dal 75% quale obiettivo minimo perseguibile come indicato annualmente nella Circolare Ministeriale su "Prevenzione e controllo dell'influenza".
Un'ulteriore prospettiva che deve essere tenuta a mente riguarda la composizione del vaccino per la prossima stagione influenzale 2020-2021 che avra' due nuove varianti antigeniche di tipo A ed una nuova variante antigenica di tipo B, quindi essendo un vaccino completamente diverso rispetto a quello dell'anno precedente si rafforza la raccomandazione di sottoporsi alla pratica vaccinale al fine di ridurre l'incidenza dell'influenza, le sue complicanze e la mortalita' ad essa correlata. Considerata la situazione epidemiologica relativa alla circolazione di SARS-CoV-2, la gia' citata Circolare Ministeriale raccomanda di anticipare la conduzione delle campagne di vaccinazione antinfluenzale a partire dall'inizio di ottobre e le Regioni hanno opzionato quantitativi aumentati di vaccini antinfluenzali per raggiungere l'obiettivo di un significativo aumento delle coperture vaccinali. Tuttavia la pandemia da COVID-19 ha drammaticamente posto all'attenzione pubblica l'importanza di un'organizzazione sanitaria in grado di monitorare, coordinare, presidiare e gestire le emergenze sanitarie a livello territoriale, evidenziando di fatto il ruolo strategico dei Dipartimenti di Prevenzione. Gli Igienisti italiani e tutti gli operatori sanitari della prevenzione sostengono in modo deciso che la tragica esperienza maturata nel corso dell'epidemia da SARS-COV-2, debba comunque costituire un prezioso patrimonio di conoscenze che deve essere attentamente valutato e servire quale riferimento per un presidio efficiente della salute pubblica nell'immediato futuro, a partire dalla imminente stagione invernale con un'adesione sempre piu' consapevole da parte della popolazione alla vaccinazione influenzale che rappresenta l'arma migliore che abbiamo a disposizione per combattere questa infezione.
(Comunicati)