"Non penalizzare ancora madri minori piu' svantaggiati"
(DIRE-Notiziario settimanale Minori e Pediatria) Roma, 26 mar. - In merito alle misure di conciliazione e sostegno alle famiglie del Dpcm, Alleanza per l'infanzia interviene effettuando alcune richieste di modifica urgenti e avanzando le relative proposte.
Nel merito del decreto, Alleanza per l'Infanzia valuta positivamente le disposizioni del nuovo decreto volte a sostenere le famiglie e in particolare i lavoratori e le lavoratrici con figli fino a 14 anni. Rileva anche che "vi sono alcuni miglioramenti rispetto ai decreti precedenti, quali l'ampliamento dell'orizzonte temporale (6 mesi); l'aumento dei fondi stanziati (292 milioni di euro); il coinvolgimento di categorie professionali prima escluse".
Tuttavia Alleanza per l'Infanzia ritiene che "le misure emergenziali introdotte nel 2020 - volte a sostenere i lavoratori e le lavoratrici con figli in seguito alla sospensione dei servizi educativi e delle attivita' didattiche - hanno potuto rispondere solo in misura parziale e sicuramente non sufficiente ai bisogni di conciliazione e di sostegno alle spese delle famiglie con figli".
"Nel nuovo decreto emerge ancora una visione di insieme e di piu' lungo periodo inadeguata a dare risposte soddisfacenti ai bisogni di conciliazione che vivono le famiglie con figli e di costruire le condizioni per uno sviluppo sostenibile, dal punto di vista sociale, economico, demografico che rimetta pienamente al centro la parita' di genere e le opportunita' per le nuove generazioni", continua l'Alleanza. Secondo la quale "emergono alcune criticita' che, a distanza di piu' di un anno dall'inizio della pandemia, continuano purtroppo a non trovare soluzione".
Le criticita' riscontrate dall'Alleanza per l'infanzia Criticita' cosi' sintetizzate: "Innanzitutto, si osserva il paradosso per cui il lavoro a distanza viene considerato in questo momento di emergenza pandemica strumento di conciliazione e in alternativa al congedo. È un controsenso macroscopico sia rispetto alla possibilita' di raggiungere un equilibrio sostenibile tra cura e lavoro, sia rispetto all'obiettivo di assicurare ai figli adeguate cure. Cio' vale in modo particolare per la prima infanzia. Ma e' vero anche per l'eta' scolare, poiche' e' richiesto un accompagnamento attivo nelle attivita' di DAD".
Quanto al congedo straordinario (congedo Covid) per genitori con figli sotto i 14 anni, (che nei primi decreti del 2020 era alternativo al Bonus baby-sitting) Alleanza per l'infanzia non comprende "perche' non possa essere richiesto da chi, pur potendo teoricamente lavorare a distanza, ha bambini troppo piccoli per poterlo effettivamente fare". Inoltre, ritiene che "il modo in cui e' regolato risulti poco attento al riequilibrio di genere della cura, non prevedendo alcun incentivo per favorirne l'utilizzo anche da parte dei padri. Il congedo e' anche fortemente penalizzante per i redditi familiari modesti, dato che implica una decurtazione del 50% del salario".
Inoltre, "il bonus baby-sitting, che gia' nel 2020 (prima e seconda edizione) appariva limitato - sia rispetto ai bisogni di conciliazione, sia rispetto al sostegno e alla cura dei figli - nel disegno del nuovo decreto appare ancora piu' restrittivo, poiche' destinato ai soli lavoratori autonomi e al personale dei settori essenziali (lavoratori iscritti alla gestione separata Inps, lavoratori autonomi, personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, dipendenti del settore sanitario, ecc.). Sicuramente e' doveroso aiutare queste categorie a fronteggiare i problemi di conciliazione tra lavoro e cura. Non e' pero' comprensibile perche' non sia data la stessa possibilita' anche alle operaie/i, commesse/i, ovvero alle lavoratrici e lavoratori in presenza che non possono permettersi di prendere il congedo di fruire del bonus babysitter. Questa distinzione per 'categorie' dei sostegni alla conciliazione tra lavoro e cura nell'emergenza non lascia alcuno spazio ai genitori di scegliere lo strumento piu' adatto alla loro situazione".
"Si aggiunga che il bonus babysitter appare anche molto limitato nel disegno - continua l'Alleanza -, poiche' non tiene conto dei diversi bisogni familiari (ad esempio, l'entita' del bonus non varia in relazione all'eta' e al numero dei figli)".
In sintesi, Alleanza per l'Infanzia ritiene che gli interventi proposti "non riescano a rispondere appieno ai bisogni emergenti delle famiglie con figli (in termini di cura) scaricando in larga parte sui genitori i costi e il compito di trovare soluzioni ai bisogni educativi e di socialita' dei figli. In particolare, preoccupano le conseguenze sulle madri con minori risorse economiche che si vedranno costrette a lasciare il lavoro, ancora di piu' di quanto gli ultimi dati Istat e quelli dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro indichino".
Le richieste Alleanza per l'Infanzia, chiede pertanto di ripensare al disegno delle misure straordinarie a sostegno per le famiglie nel periodo dell'emergenza, "per impedire ricadute ulteriormente penalizzanti sulle madri e sui bambini/ragazzi di classi sociali piu' svantaggiate".
In dettaglio: in merito al lavoro a distanza, si invita a "rivalutare il concetto di incompatibilita' con la domanda di accesso per il bonus baby-sitting o con il congedo". Riguardo al congedo straordinario, "auspicando una riforma strutturale del sistema dei congedi nella direzione di una maggiore presa in carico delle istanze rappresentate dalle famiglie con figli/e e delle questioni legate al genere, si invita a riconsiderare l'ammontare dell'indennita' (riducendo la decurtazione) e prevedendo forme di incentivo economiche capaci di coinvolgere maggiormente anche i padri nell'utilizzo".
Infine, per il bonus baby-sitting si chiede di "ripensare al target dei beneficiari: estendendo la platea dei potenziali beneficiari a tutti i genitori lavoratori con figli sotto i 14 anni, indipendentemente dal settore in cui lavorano e dalla modalita' lavorativa".
(Red/ Dire)